Negli ultimi 9 anni circa, dal 2012 ad oggi, sempre più quotidiani hanno deciso di “affidarsi” al reportage multimediale considerandolo quasi la “fase adulta” del giornalismo moderno. Inutile sottolineare infatti, come lo storytelling multimediale sia la maniera più integrativa e coinvolgente possibile per raccontare una storia e approfondire un importante fatto di cronaca. Colossi dell’informazione come BBC o New York Times, sono stati tra i primi a precorrere la strada del reportage multimediale anche per raccontare fatti di interesse nazionale o internazionale.
I REPORTAGE MULTIMEDIALI ENTRATI NELLA STORIA
Nel 2012 il New York Times pubblicò Snow Fall. Questo reportage rappresenta forse il primo poderoso lavoro di inchiesta giornalistica realizzata con le tecniche dello storytelling digitale e che “supera” la concezione dell’articolo di giornale fatto solo di parole. L’inchiesta, che ricostruisce la tragedia nel passo di montagna del Tunnel Creek, ha riscosso un successo planetario che valse persino il premio Pulitzer nella categoria “Feature writing”. Anche i numeri furono da capogiro con oltre a 3,5 milioni di visualizzazioni nelle prime due settimane di pubblicazione.
Snow Fall non eliminò di certo la concezione dell’articolo classico ma aprì una nuova strada: quando il giornalista decide di rendere il proprio pezzo “più complesso” o comunque più strutturato, il reportage diventa lo strumento migliore perchè offre interattività e un focus dettagliato sui fatti oltre che una condivisione virale che altrimenti non esisterebbe.
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La regola è chiara: se un lettore deve pagare per leggere un articolo, allora questo deve offrire oltre alle parole anche video, foto, schemi precisi e tutti gli altri elementi che lo trasformano in un focus di alto livello sul fatto di cui si vuole parlare.
Per fare un altro esempio di reportage di alto livello, citiamo ancora il New York Times che nel 2018 pubblicò un’inchiesta multimediale sul crollo del Ponte Morandi, forse una delle migliori ricostruzioni giornalistiche (anche italiane) di quanto avvenuto il 14 agosto 2018. Un prodotto straordinario che unì foto animate a tutto schermo, interviste, infografiche, ricostruzioni del crollo realizzate al computer, pareri di esperti e persino podcast. E le parole? In questo caso, esempio perfetto, di parole ne servono davvero poche. Ne furono utilizzate infatti “solo” 3.500 invece delle 16.000 utilizzate in Snow Fall. Una dimostrazione tangibile dell’evoluzione e del deciso cambio di rotta intrapresi nella creazione del reportage multimediale. Il prodotto finito in questo modo è più fruibile, fluido e di impatto, con il lettore che, quasi rapito, non distoglie mai lo sguardo dalle parole e dalle immagini.
GUARDA QUI IL REPORTAGE DEL NY TIMES SUL CROLLO DEL PONTE MORANDI.
Quindi, oltre a fare approfondimento di qualità, il reportage multimediale riesce anche a creare più engagement dando alla notizia coinvolgimento e condivisione anche e soprattutto attraverso i social network.
COME SI CREA UN REPORTAGE MULTIMEDIALE?
Il principio base di un reportage multimediale è molto semplice: tutti gli elementi che lo compongono, audio, video, grafici e mappe, non devono essere pensati come un qualcosa da aggiungere dopo aver scritto il testo, ma devono essere sviluppati già al momento della scrittura perché ne sono parte integrante.
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Non si scrive più “da soli”, il reportage si realizza da subito in forma collaborativa interagendo con tutte le nuove e diverse figure professionali che la professione prevede. Oltre all’aspetto collaborativo, è essenziale utilizzare dati, numeri e documenti, tutto materiale vitale per la realizzazione di un ottimo storytelling.
CARATTERISTICHE BASE
- Longform storytelling ovvero narrazioni giornalistiche dalla forma estesa
2. Unique article design ovvero un articolo caratterizzato da un layout molto particolare e che utilizza tutta l’estensione della pagina
3. Layout con scorrimento in parallasse
4. Contenuti multimediali: oltre a testo ovviamente anche video/audio, foto e gallerie fotografiche, documenti, mappe e grafici possibilmente interattivi.