Come diventare giornalista

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Diventare giornalista è un sogno professionale che affascina e stimola molti giovani e meno giovani nonostante il mercato e il particolare momento storico in cui viviamo non offrano più le opportunità lavorative e i compensi di qualche decennio fa.

Conosciamo quali requisiti servono per intraprendere questa professione? Quali studi sono richiesti? Come ci si iscrive nell’albo dei giornalisti? Quale differenza esiste tra i due elenchi professionali?

Di seguito cercheremo di rispondere punto per punto a queste domande spiegando i vari passaggi del percorso che porta a diventare giornalista e riportando anche alcune delle leggi che regolano questa professione.

La legge sulla professione giornalistica (L.69/1963 – Ordinamento della professione di giornalista) istituisce l’Ordine dei Giornalisti e stabilisce la divisione in due elenchi: quello dei pubblicisti e quello dei professionisti.

 

GIORNALISTA PUBBLICISTA

Il giornalista pubblicista, a differenza del professionista, svolge l’attività di giornalista anche come attività secondaria e non esclusiva.

Il pubblicista può essere infatti iscritto anche ad altri albi professionali (medici, ingegneri, psicologi, etc.) ma per le sue competenze specifiche si trova spesso a pubblicare articoli in maniera ricorrente.  

In Italia al momento ci sono circa 109.000 iscritti totali all’Albo dei Giornalisti di cui l’80% è appunto pubblicista. Secondo gli ultimi dati 35.000 sono giornalisti attivi e di questi il 40% è freelance.

Per diventare giornalista pubblicista non sono richiesti requisiti selettivi particolari: non è obbligatorio avere una laurea, non c’è nessun esame di stato da sostenere ed è previsto, solamente in alcune regioni (Abruzzo e Basilicata), un colloquio conoscitivo di cultura generale oppure l’iscrizione obbligatoria ad un corso di formazione sulle disposizioni normative e deontologiche attinenti alla professione giornalistica (Umbria, Puglia, Toscana).

Il requisito principale per iscriversi nell’elenco, oltre ai requisiti richiesti dalla legge (cittadinanza, assenza di precedenti penali e attestazione di versamento della tassa di concessione governativa), è quello di pubblicare un numero minimo di articoli di almeno 300 parole in maniera continuativa e retribuita negli ultimi 24 mesi. A seconda delle regioni il numero di articoli minimo da scrivere varia da 40 a 100.

Le testate per le quali si è scritto gli articoli devono essere registrate e dirette da un direttore responsabile iscritto nell’elenco dei giornalisti professionisti.

Le tipologie di testate possono essere:

  • web;
  • radiofonica;
  • televisiva;
  • quotidiani;
  • riviste periodiche.

Al momento dell’iscrizione, bisogna presentare una lista di tutti gli articoli scritti in ordine cronologico o una fotocopia di tutti gli articoli su cui sia visibile data e testata.

Nella presentazione della domanda di iscrizione all’albo presso l’odg regionale di appartenenza, bisogna consegnare una certificazione che attesti l’avvenuto pagamento degli articoli e il relativo versamento (da parte dell’editore) dei contributi fiscali.

Anche qui i compensi minimi obbligatori che devono aver percepito gli aspiranti giornalisti nel corso dei 24 mesi di collaborazione variano a seconda delle regioni di appartenenza. Si va da un minimo di 500€ lordi nel biennio (Molise) fino ad arrivare ai 5.000€ lordi previsti nel Lazio.

Per dimostrare l’avvenuto pagamento degli articoli e il regolare versamento dei contributi, l’odg di appartenenza può richiedere in visione anche estratti conto bancari, Cud e certificazione dei sostituti di imposta.

L’ultima certificazione richiesta è la dichiarazione firmata dal direttore responsabile della testata (o delle testate) con cui si è collaborato per dimostrare la veridicità dell’effettiva collaborazione svolta. La dichiarazione deve essere presentata e firmata su carta intestata.

 

Giornalista – foto wall street english

GIORNALISTA PROFESSIONISTA

Per diventare un giornalista professionista (colui che svolge la professione giornalistica in maniera esclusiva e continuativa), il percorso è più complicato e bisogna avere dei requisiti preliminari:

• svolgere 18 mesi di praticantato presso una redazione giornalistica nazionale;

• seguire uno dei corsi di preparazione (della durata minima di 45 ore) organizzati dal Consiglio nazionale dei giornalisti o dai Consigli regionali dell’Ordine (non è più obbligatorio)

• aver frequentato per un biennio una delle scuole di giornalismo riconosciute dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.

Questi requisiti sono indispensabili per potersi iscrivere all’esame di stato da giornalista professionista.

Anche i giornalisti freelance possono iscriversi all’esame di stato dimostrando di essere in possesso di questi requisiti:

  • iscrizione all’albo come giornalista pubblicista
  • lo svolgimento dell’attività giornalistica da almeno 3 anni con rapporti di collaborazione coordinata e continuativa con una o più testate
  • copia dei contratti di collaborazione o delle ricevute di pagamento
  • copia della dichiarazione dei redditi da cui risulti che il compenso annuale dell’attività giornalistica corrisponde al trattamento minimo del praticante
  • documentazione della produzione giornalistica
  • attestato di frequenza di seminari organizzati dal Consiglio nazionale dell’OdG e/o di corsi di formazione organizzati dai Consigli regionali

 

REQUISITI ED ESAME

Per iniziare il praticantato presso una redazione giornalistica (primo requisito), non è richiesta una laurea ma bisogna essere assunti in qualità di praticante: una volta assunti da una testata giornalistica, bisogna recarsi presso l’odg di appartenenza e depositare una copia del contratto di assunzione e una dichiarazione firmata dal direttore responsabile della testata e richiedere a questo punto l’iscrizione nel Registro dei Praticanti.

Questo requisito, oltre a quelli di legge (cittadinanza, assenza di precedenti penali, attestazione di versamento della tassa di concessione governativa)

permettono al giornalista di accedere all’esame di Stato per l’abilitazione alla professione.

L’esame di Stato, che si svolge ogni anno a Roma (a volte anche in tre sessioni), prevede una prova scritta e una orale.

La prova scritta è divisa in tre elaborati:

• la redazione di un articolo su un argomento a scelta tra: le tracce di politica interna ed estera, economia e lavoro, cronaca, sport, cultura, scienze, tecnologie, spettacolo, etc, oppure su un fatto di cronaca (per lo più nera) descritto, nel suo divenire, da vari lanci di agenzia. Sia per l’articolo basato su una traccia a scelta sia per il suddetto allegato di cronaca, il candidato dovrà scrivere 45 righe (2.700 battute, spazi inclusi).

• sintesi di un articolo scelto dal candidato tra due forniti dalla commissione (30 righe: 1800 battute spazi inclusi);

• questionario con risposte libere su diritto costituzionale, diritto penale, deontologia professionale, storia e tecnica del giornalismo, etc. (massimo 6 righe per risposta).

Alla prova orale il candidato dovrà presentarsi con una “tesina” scritta su un argomento a piacere e di lunghezza libera (si consiglia dalle 3.000 alle 5.000 battute). Sarà su questa che sarà avviato il colloquio. Il nostro consiglio per gli aspiranti giornalisti è sempre quello di scrivere una tesina che tratti di un argomento di nicchia e non generalista in modo da stimolare l’interesse della commissione di esame e favorire così l’avvio del colloquio con il candidato. 

La commissione deve accertare poi che il candidato conosca i principi etici e le norme giuridiche e tecniche della professione.

Una volta superato l’esame, per formalizzare l’iscrizione nell’elenco dei giornalisti professionisti, bisogna consegnare al proprio Ordine regionale l’attestato di superamento dell’esame rilasciato dall’ordine nazionale insieme alla domanda di iscrizione.

 

SCUOLE DI GIORNALISMO

Un’altra strada per accedere all’esame di Stato da giornalista professionista, oltre al praticantato, è quella di seguire dei corsi di giornalismo o dei master organizzati nelle scuole di giornalismo della durata di due anni.  

Al momento le scuole di giornalismo riconosciute dall’ordine nazionale dei giornalisti in Italia sono 12.

In tutte le scuole è obbligatoria la presenza e sono a numero chiuso. Per accedere alle pre selezioni è necessario possedere una laurea triennale o specialistica conseguita in qualsiasi disciplina. Ogni anno è permesso l’ingresso ad un numero di studenti compreso tra 15 e 30 unità per ogni università.

Il costo per sostenere una scuola o un master biennale in giornalismo varia tra gli 8.000€ ed i 25.000€ totali a seconda dell’università o della scuola che si sceglie.

Le università, le scuole ed i master riconosciuti sono:

• Master biennale di I livello in Giornalismo dell’Università di Bari;

• Master biennale di I livello in Giornalismo – Alma Mater Studiorum Università di Bologna;

• Master biennale di I livello in Giornalismo a Stampa, Radiotelevisivo e Multimediale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano;

• Master biennale di I livello in Giornalismo della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano;

• Master biennale di I livello in giornalismo dell’Università degli Studi di Milano/IFG;

• Master biennale di I livello in Giornalismo dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli;

• Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo di Perugia;

• Master biennale di I livello in Giornalismo della Libera Università SS. Assunta (LUMSA) di Roma;

• Scuola Superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” dell’Università LUISS Guido Carli di Roma;

• Master di I livello denominato “Scuola di Giornalismo Post Laurea” dell’Università di Salerno;

• Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università di Torino;

• Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino.

 

È bene sottolineare che questi corsi sono tutti percorsi accademici post laurea e non permettono di conseguire un laurea in giornalismo che al momento non esiste. L’aver frequentato questi corsi, come detto in precedenza, permette di accedere all’esame di stato per diventare giornalista professionista.

 

Corsi Sigef di formazione professionale – Foto Assostampa Sicilia

NOTA SINDACALE: PRATICANTI SI, SFRUTTATI NO

Il dibattito è da molti anni animato e complesso. Le scuole di giornalismo, così come sono strutturate, servono davvero? Senza entrare troppo nel dettaglio, l’elemento di maggiore discussione è senza dubbio la modalità di accesso alla professione che troppo spesso vede soprattutto le grandi testate, pescare i propri redattori direttamente dalle scuole di giornalismo o dalle università per utilizzare forza lavoro a costo zero, più che formare alla professione. Una pratica che negli anni si è purtroppo consolidata a discapito di qualità, crescita e inclusione professionale.

Si tratta di sfruttamento? Spesso sì, visti i turni ai quali vengono sottoposti gli aspiranti giornalisti per sostituire i redattori effettivi tra ferie, malattie o sostituzione maternità senza contare i rimborsi esigui corrisposti dagli editori ai collaboratori che il più delle volte non vanno oltre i 30 euro lordi ad articoli. Quando si è fortunati, perché molte volte (la maggior parte) queste collaborazioni sono gratuite. 

Il paradosso è che spesso nessuno di questi studenti ha alle spalle un’esperienza da giornalista sul campo perché viene prelevato direttamente dalle scuole di giornalismo. E questa maniera adottata nella selezione da parte delle grandi testate, certamente  non agevola la crescita professionale dell’aspirante giornalista.

L’impiego nelle redazioni senza esperienza e background giornalistico porta ad un inevitabile calo della qualità del prodotto offerto e indirizza il praticante verso uno stato di sfruttamento non solo economico ma anche professionale perché privato del diritto di critica, oltre che sottopagato e privo di qualsiasi tutela.

 

 

QUANTO COSTA ISCRIVERSI ALLESAME DI STATO?

Per sostenere l’esame da giornalista professionista bisogna pagare una tassa che ammonta a 300€. A questa tassa va poi aggiunto un contributo di 15,74€ (per la posta certificata) 100€ per la tassa di ammissione più 16€ per ottenere la nuova tessera. A questo va aggiunta infine una marca da bollo da 16€.

Per coloro che vogliono diventare giornalisti professionisti ma che prima non erano pubblicisti, c’è un ulteriore contributo da versare (concessioni governative) di 168€.

 

Esame di stato – Foto Odg

FORMAZIONE CONTINUA

Anche la professione giornalistica, seguendo l’esempio di altri albi e categorie professionali, è tenuta a seguire un percorso di aggiornamento professionale per consentire ai giornalisti di adeguare le proprie competenze e conoscere nuove normative nell’ambito giornalistico nazionale e internazionale.

L’art.7 del Dpr 137/2012, stabilisce in sintesi che “Al fine di garantire la qualità ed efficienza della prestazione professionale……ogni professionista ha l’obbligo di curare il continuo e costante aggiornamento della propria competenza professionale secondo quanto previsto dal presente articolo. La violazione dell’obbligo di cui al periodo precedente costituisce illecito disciplinare”

Seguendo questa norma, dal 1 gennaio 2014 (modificata poi il 15 novembre 2020) i giornalisti devono assolvere l’obbligo della Formazione Professionale Continua (FPC).

La Formazione Continua è una delle condizioni necessarie al fine di mantenere la propria iscrizione all’Ordine professionale.

Per l’assolvimento dell’obbligo formativo l’iscritto è tenuto ad acquisire 60 crediti nel triennio (da distribuire in almeno due anni) dei quali almeno 20 deontologici. I crediti possono anche essere interamente conseguiti seguendo gli eventi formativi on-line

Gli iscritti all’Ordine da più di 30 anni sono tenuti all’acquisizione di 20 crediti durante il triennio di cui almeno 10 deontologici da distribuire in almeno due anni.

È possibile (per tutti) richiedere il riconoscimento anche di eventi formativi individuali per un massimo di sei crediti nel triennio.