Il metaverso: perché tutti ne parlano? 

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 Una delle parole più usate e che hanno creato più curiosità in questo 2021 è senza dubbio Metaverso. Un termine che a molti suonerà estraneo e che è tornato di moda negli ultimi mesi  quando il CEO di Facebook Mark Zuckerberg (ma anche quello di Microsoft Satya Nadella) lo ha utilizzato per illustrare il prossimo ambizioso progetto di sviluppo che riguarda la sua azienda. 

Ma cosa significa? Quanti ne conoscono davvero l’origine? 

Per comprenderne meglio il senso bisogna tornare al 1992, quando l’autore di fantascienza Neal Stephenson ne coniò il termine nel romanzo cyberpunk Snow crash per indicare uno spazio tridimensionale all’interno del quale persone fisiche possono muoversi, condividere e interagire attraverso avatar personalizzati. 

Dopo 30 anni il metaverso è diventato nuovamente quella frontiera tecnologica che tutti vogliono raggiungere. Un mondo parallelo, o meglio sarebbe dire ecosistema parallelo, dove unire mondo reale e virtuale e in cui le persone coesistono simultaneamente e interagiscono tra loro tramite visori e cuffie attraverso degli avatar

Il Metaverso può rappresentare il passo successivo più logico nell’evoluzione dei social media ed è per questo che Zuckerberg ha utilizzato, sempre nella sua ormai celeberrima intervista di fine luglio 2021 al giornalista Casey Newton nel programma podcast The Verge, l’espressione “trasformare Facebook da una “social media company” in una “Metaverse company.

Per entrare di più nel tecnico, come accade già in videogiochi come Minecraft e Fortnite, sarà possibile vivere e abitare la realtà virtuale, acquistare e vendere beni e portarli con se da un’esperienza all’altra. Utilizzando sempre le parole di Mark Zuckerberg, uno che nel 2014 spese 2 miliardi di dollari per acquistare il produttore di device VR Oculus con l’obiettivo di integrare la realtà virtualea Facebook, “non saremo più solamente presenti su internet ma saremo presenti di persona in nuovi spazi digitali dove si potrà giocare, interagire, acquistare e muoversi senza limiti di spazio e di tempo. Luoghi dove le distanze fisiche vengono annullate”. In altre parole, si punta a costruire un’internet dove finalmente virtuale e reale saranno sempre più collegati. 

COME SARÀ LA REALTÀ VIRTUALE NEL NUOVO METAVERSO? 

Riuscite a immaginare uno spazio virtuale dove incontrare i vostri amici o anche perfetti sconosciuti? 

Con la realtà virtuale del metaverso sarà possibile effettuare riunioni tridimensionali con la possibilità di comunicare con le persone come se queste stessero davanti a noi o come se la riunione si tenesse in una vera stanza fisica. Potremo teletrasportarci da una parte all’altra del mondo portando con noi i nostri oggetti digitali o acquistandoli tramite una criptovaluta apposita. 

Un altro metaverso ad esempio, consentirebbe alle persone che vivono in diverse parti del mondo di incontrarsi attraverso la tecnologia e virtualmente andare in vacanza, fare sport o lavorare insieme. Le persone, attraverso il metaverso, sarebbero sempre connesse e la distanza fisica non limiterebbe la loro capacità di interazione.

Immaginate le implicazioni possibili per spettacoli, concerti, cinema e qualsiasi altro evento ludico che potrà essere distribuito sul metatarso come se fosse “reale”. 

Cambieranno anche le semplici chiamate tra amici. In un futuro prossimo non sentiremo solo la voce o vedremo l’immagine del nostro interlocutore ma potremmo parlarci come se stesse seduto accanto a noi sul divano.

 

ESEMPI DI METAVERSO

Facebook a tal proposito ha recentemente annunciato “Horizon Workrooms”, un strumento embrionale del metaverso che permette a vari interlocutori (vedi foto) di collaborare (scambiarsi anche documenti e condividere foto, video e altro) attraverso un ambiente virtuale condiviso grazie a degli avatar seduti intorno ad un tavolo. Si potrà interagire anche attraverso il movimento delle mani e vivere una riunione a distanza avendo la sensazione, per il momento solo quella, di essere seduti accanto al nostro interlocutore. 

L’esempio di metaverso più calzante al momento resta comunque quello di Fortnite, lanciato come un semplice gioco da console e diventato in poco tempo  una ”piazza sociale” dove si accede non solo per giocare ma anche per incontrare amici virtuali o del mondo reale. Fortnite è l’unica realtà capace di offrire livelli di interoperabilità e consente di includere diversi sistemi di identità, metodi di pagamento ed ecosistemi vari. 

MA COME FUNZIONA IL METAVERSO? 

Sempre cercando di immaginare il futuro nel metaverso, possiamo ipotizzare quali saranno le sue caratteristiche.  

Sarà un’esperienza continua, nel senso che non avrà né possibilità di annullamento, ripristino e soprattutto interruzioni. Esisterà costantemente per tutti e non avrà limiti al numero di utenti che possono essere contemporaneamente presenti nello stesso momento. Inoltre, come sostenuto fin da subito da Zuckerberg, sarà un’economia perfettamente funzionante in cui tutti saranno capaci di creare, investire e vendere, producendo di fatto valore e lavoro. Un’economia basata su pubblicità e compravendita oggetti digitali. 

Il metaverso potrà essere esteso anche alle realtà pubbliche e private anche se bisognerà stabilire se un utente potrà avere un’identità digitale unica o diversa per tutte le esperienze.

Certamente sarà imprescindibile un’evoluzione di internet che dovrà permettere ad ogni utente di potersi muovere nel metaverso così come adesso si passa da un dispositivo smartphone ad un computer o da un sito web all’altro.

GIORNALISTI: COME CAMBIA IL NOSTRO LAVORO 

Siamo arrivati forse ad un punto di svolta, almeno nelle intenzioni. In questo momento l’industria dei videogiochi e quella della tecnologia (o delle social company) si stanno dando battaglia per presidiare questo nuovo ecosistema. Al momento l’industria dei videogiochi è in vantaggio ma gli ingenti investimenti della maggiori società tecnologiche mondiali (Facebook ha comunicato di poter investire subito ben 5 miliardi di euro su questo progetto) ci fanno pensare che la realizzazione del metaverso non è da considerarsi poi così lontana. 

Se da un punto di vista economico, dello shopping e degli investimenti abbiamo visto come il metaverso potrebbe cambiare il nostro modo di interagire e di scambiarci valore, anche dal punto di vista sociale potrebbero esserci importanti cambiamenti che giornalisti e comunicatori dovranno essere in grado di capire e trasformare in opportunità. 

Quali potrebbero essere le applicazioni pratiche di questa nuova tecnologia nel mondo del giornalismo? 

Il giornalista potrà creare sale virtuali, convegni o luoghi per scambiarsi notizie e idee sfruttando il proprio avatar. 

Un inviato potrà partecipare ad un incontro tra capi di stato organizzato in una sala virtuale e riuscire anche a fare domande… e magari prendersi un caffè con un collega di un’emittente straniera! 

Saremo in grado, come categoria, di fare questo ulteriore balzo in avanti nelle modalità di comunicazione e interazione? Per ora aspettiamo alla finestra. E seguiamo l’evolversi di questa opportunità che per ora è solo una promessa utile forse a gonfiare le quote dell’internet company che alzerà di più l’asticella degli obiettivi.